Paola Barbato torna in libreria e a Ravenna

“Non ti faccio niente” (Piemme Edizioni) è il nuovo romanzo di Paola Barbato, amica del festival da molti anni e incontrata a Ravenna per la prima volta con il romanzo d’esordio, “Bilico”, nel 2006. Così i suoi numerosissimi fan non vedono l’ora di incontrarla di nuovo. E sarà possibile farlo questa estate, allo stabilimento balneare 34 “Perla” di Punta Martina Terme, grazie alla rassegna curata da Media Romagna e SettesereQui e da libreria Liberamente. Appuntamento il 28 agosto alle 21.00, al mare appunto. A chiacchierare con Paola ci sarà Nevio Galeati, direttore artistico di “GialloLuna NeroNotte”.

Paola Barbato

La scrittrice Paola Barbato

Dalla cartella stampa del romanzo (in precedenza uscito a puntate sulla Rete in versione Wattpadd).

1983. L’uomo seduto nella macchina blu è nuovo di quelle parti, ma Remo non ha paura, non sa che cosa sia un estraneo. L’uomo ha tra le mani un passerotto caduto dal nido, almeno così dice, e chiede a Remo di aiutarlo a prendersene cura. Il bambino, sette anni passati quasi tutti per strada, che i genitori hanno altri pensieri, non esita neppure per un attimo. E sale. Tre giorni dopo viene restituito alla famiglia, illeso nel corpo e nell’anima; racconta di un uomo biondo, bellissimo, che lo ha riempito di regali e che ha giocato con lui, come nessun adulto aveva mai fatto. Non è la prima volta che succede e non sarà l’ultima. Trentadue bambini in sedici anni. Tutti tenuti per tre giorni da un uomo che cerca di realizzare i loro desideri e li restituisce alla famiglia, felici. Quando la polizia comincia a collegare i rapimenti lampo, l’uomo scompare.

2015. Il padre di Greta non è mai arrivato una sola volta in ritardo a prenderla. Ma lo sgomento negli occhi della maestra gli fa capire che qualcosa non va, perché Greta a scuola non è mai entrata. Scompare così, la figlia di Remo Polimanti, come lui era scomparso trent’anni prima. Anche lei viene subito restituita alla famiglia, ma priva di vita. Greta non è che la tappa iniziale di una scia di sangue che collega i figli dei bambini rapiti anni prima. Ma perché il rapitore “buono” si è trasformato in un assassino? O forse c’è qualcuno che intende emularlo. O sfidarlo. O punirlo.

In un’inquietante e tormentata danza di ombre e luci, Paola Barbato ci conduce fin dentro le nostre paure più grandi, facendo sanguinare ferite mai guarite davvero.

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