“Chi ha ucciso la signora Skrof?” è il titolo del romanzo di Mika Waltari (edizioni Iperborea) che non potrà non conquistare i cultori del giallo classico, dove logica, capacità di osservazione e intuizione prevalgono nettamente sulle indagini di tipo scientifico.
Come in tutti i gialli che si rispettino c’è un cadavere, quello della signora Skrof appunto. La donna, anziana possidente, ricca per quanto taccagna, è poco amata e di persone che avrebbero avuto un movente per ucciderla ce ne sono veramente tante. Forse troppe. Muovendosi in un ambiente avido e malato di perbenismo, il commissario Palmu, accompagnato dal suo segretario che poi è il narratore della vicenda, non avrà che l’imbarazzo della scelta dei sospettati e per arrivare alla verità dovrà procedere per esclusione, facendo cadere le maschere dei vari personaggi sfruttando tutta la sua capacità di analisi, tale da renderlo molto simile al più noto collega Sherlock Holmes.
Ma “Chi ha ucciso la signora Skrof?” non è solo un divertente enigma criminale in cui anche il lettore può giocare ad azzardare ipotesi e a trovare spiegazioni plausibili; come tutti i romanzi di genere di alto livello offre anche uno spaccato, a tratti ironico, a tratti impietoso, sulla capacità tutta umana di far convivere gli opposti: eroismo e nefandezza, amore e odio, egoismo e generosità.
Vania Rivalta
L’autore
Mika Waltari (1908-1979) è l’autore finlandese più tradotto al mondo. Deve la sua fama soprattutto a bestseller storici come Sinuhe l’egiziano o Gli amanti di Bisanzio. Scritto nel 1939, Chi ha ucciso la signora Skrof? È il primo di tre romanzi che hanno come protagonista il commissario Palmu.