Buon compleanno Nero Wolfe! Esattamente ottant’anni fa, il 24 ottobre 1934, usciva il primo romanzo con protagonista l’elefantiaco detective della 35esima Ovest a New York, amante delle orchidee e del buon cibo, geniale e burbero. Si intitolava Fer-de-lance (pubblicato in Italia con il titolo La traccia del serpente) e forse nemmeno Rex Stout, scrivendolo, poteva immaginare la longevità della sua creatura.
A quel primo libro sarebbe seguita una miriade di romanzi e racconti, oltre a libri con le ricette del cuoco Fritz Brenner. Di precisione maniacale, Stout, con l’aiuto di un’amica (Sheila Hibben, redattrice delle pagine gastronomiche del New Yorker), aveva cucinato tutti i piatti nominati nelle avventure di Nero Wolfe almeno due o tre volte. Chissà quale menù proporrebbe oggi Brenner al suo capo e all’assistente Archie Goodwin.
In concomitanza con questo anniversario uscirà in libreria nei prossimi giorni, per i tipi di Cairo editore, il romanzo Nero Wolfe: la prima indagine di Robert Goldsborough (apocrifo autorizzato dagli eredi di Stout).
Questa la trama:
C’è stato un tempo in cui il mitico duo investigativo Nero Wolfe – Archie Goodwin ancora non esisteva. Un tempo in cui Archie era soltanto un ragazzotto fresco di diploma sbarcato a New York dalle campagne dell’Ohio che si sentiva tagliato per il lavoro di investigatore privato e si arrabattava facendo pratica nell’agenzia di Del Bascom.
Quelli sono gli anni della Grande Depressione e il pur ottimista Archie è quasi pronto a gettare la spugna, rinunciando alla vita eccitante della metropoli, quando viene coinvolto assieme a Bascom in un’indagine molto speciale: una task force di detective indipendenti capeggiata da Nero Wolfe, già famoso investigatore, deve lavorare al sequestro del figlio del magnate alberghiero Burke Williamson. È quello il giorno che cambierà per sempre la vita di Archie Goodwin, perché ha modo di conoscere il raffinatissimo detective privato che pesa un settimo di tonnellata e risolve i casi di omicidio senza mai abbandonare la sua poltrona, i suoi manicaretti e le sue orchidee. Ma soprattutto ha modo di farsi conoscere da lui. È infatti proprio per via dell’intraprendenza e dell’intuito del giovane Archie che Wolfe lo fa assumere come autista della famiglia Williamson per scoprire chi ha architettato il sequestro del piccolo Tommie. Nemmeno la risoluzione del caso soddisferà Nero Wolfe, perché nel frattempo ci è scappato il morto.